PROGETTO TUTOR (SCUOLE MEDIE)
Premessa
All’interno dei contesti scolastici a volte si riscontrano difficoltà nell’individuare particolari situazioni di disagio, non permettendo così di intervenire con modalità e tempi appropriati. Spesso comportamenti di derisione, bullismo, emarginazione si verificano senza arrivare agli occhi degli adulti responsabili della formazione ed educazione dei giovani adolescenti. Questo accade perché vengono agiti all’uscita di scuola, durante l’intervallo o in momenti in cui non possono essere costantemente presenti delle figure di controllo. È possibile venirne a conoscenza solo quando raggiungono un elevato livello di problematicità o quando chi è direttamente coinvolto o semplice spettatore di questi episodi si rivolge alle figure di riferimento per ricevere aiuto e sostegno.
Finalità
Sulla base di queste considerazioni è stato delineato un progetto che permettesse di stimolare questa via di conoscenza, cercando di superare la reticenza che gli adolescenti posso avere nel rivolgersi a un adulto.
Obiettivi
Gli obiettivi specifici del progetto, volti al raggiungimento delle finalità descritte, sono:
sensibilizzare studenti e insegnanti sull’argomento;
stimolare la collaborazione e il contributo degli studenti stessi, rendendoli responsabili e attori in prima persona;
permettere un confronto tra pari che diventi una risorsa per chiedere sostegno, evitando di rivolgendosi direttamente a una figura adulta.
Metodologia e attività
Nel concreto il progetto prevede la creazione, verso la fine dell’anno scolastico, di un gruppo di studenti delle classi seconde che diventeranno i tutor dei primini del successivo anno scolastico. La definizione del gruppo avviene attraverso un’elezione diretta, all’interno di ogni sezione, di 2/3 studenti ritenuti più idonei dai compagni a ricoprire il ruolo di tutor sulla base della capacità di ascolto, della disponibilità ad aiutare gli altri, della sensibilità personale.
Seguiranno successivamente tre incontri con il gruppo individuato:
1° INCONTRO: definizione del ruolo di tutor, chiarendone il significato e l’importanza all’interno della scuola. Nello specifico verrà sottolineato come i tutor dovranno essere occhi sempre vigili, soprattutto in assenza di adulti, per assicurarsi che gli studenti di prima non si trovino a vivere situazioni di disagio. In alcuni casi possono intervenire direttamente per aiutare un compagno in difficoltà (a volte basta un sorriso o una frase di conforto), in altri si potranno rivolgere a una figura di riferimento nel caso lo ritengano necessario.
2° INCONTRO: conoscenza del regolamento scolastico e definizione della modalità con cui presentarlo ai ragazzi di prima (es. attraverso dei cartelloni), insieme alla presentazione della scuola.
3° INCONTRO: attività di conoscenza reciproca e scoperta del gruppo, con ascolto attivo e cooperazione. Queste attività verranno proposte dai tutor ai futuri studenti di prima della stessa sezione, con l’obiettivo di stimolare la creazione del gruppo classe.
Nello specifico l’attività proposta vuole prendere in considerazione alcuni aspetti importanti sia per il progetto tutor che per la creazione di un nuovo gruppo:
Come stabilito, l’attività svolta dai tutor verrà riproposta dagli stessi ai futuri ragazzi di prima.
Durante l’attività dedicata ai tutor sono previsti, però, momenti aggiuntivi di spiegazione degli obiettivi e della gestione di ogni singola fase. Questi approfondimenti hanno lo scopo di far comprendere loro i motivi per cui proporre la stessa attività ai futuri ragazzi di prima e la modalità con cui questa deve essere gestita direttamente da loro.
Nel concreto l’attività si compone di tre fasi:
Ai ragazzi viene chiesto di sedersi in cerchio in ordine alfabetico per nome. Questa attività richiede di porre attenzione ai nomi degli altri per trovare la propria corretta posizione all’interno del cerchio.
(Viene spiegato ai tutor l’importanza di questo esercizio per la conoscenza reciproca dei ragazzi di prima che in parte si possono conoscere ma che in generale sono in un nuovo gruppo da pochi giorni. Ai tutor, inoltre, viene fatto presente che durante questa attività si chiede in maniera implicita ai ragazzi di ascoltare attentamente cosa dice il compagno, aspetto importante nella relazione con l’altro)
Una volta seduti in cerchio viene chiesto ai ragazzi di raccontare una storia. L’incipit è “C’era una volta…”, successivamente uno studente alla volta, in ordine, aggiunge una nuova azione/caratteristica alla storia decidendone così il seguito, es. divertente, tragico, di fantasia, realistico… Ai partecipanti che apportano per ultimi il proprio contributo viene chiesto di dare un finale alla storia.
Una volta terminato il giro in cui tutti hanno parlato, viene chiesto ai partecipanti:
come si sono trovati a proseguire una storia iniziata da altri;
quali interventi li hanno colpiti di più;
vengono fatti riflettere su come a volte sia difficile fornire il proprio contributo ma come questo possa arricchire il risultato comune e come la collaborazione con gli altri sia una risorsa che a volte ci può stupire.
(I tutor vengono fatti riflettere su come anche in questo caso sia stato implicitamente chiesto ai ragazzi di ascoltare gli altri e fornire il proprio contributo nel raggiungimento di un risultato. In questo caso i tutor saranno stimolati a sottolineare ai compagni di prima l’importanza del contributo reciproco per affrontare insieme alcuni momenti e situazioni)
In conclusione dell’incontro si chiede ai ragazzi di alzarsi in piedi e creare uno spazio che permetta loro di mettersi in piedi in cerchio, spalla contro spalla. Successivamente gli si chiede di girarsi tutti sullo stesso fianco e sedersi sulle gambe del compagno che hanno dietro, prendendo in braccio il compagno davanti.
Una volta concluso l’esercizio viene chiesto loro:
come si sono sentiti nel sedersi sulle gambe del compagno;
come si sono sentiti quando il compagno si è seduto sulle proprie gambe;
li si fa riflettere su come, nonostante la difficoltà a fidarsi degli altri, in alcune circostanze sia importante affidarsi all’altro e offrire il proprio contributo: in caso contrario non sarebbero mai riusciti a completare l’esercizio.
Ai tutor viene evidenziata l’importanza di sottolineare costantemente ai ragazzi di prima il ruolo d’aiuto da loro ricoperto e la disponibilità a sostenerli in momenti difficili, chiedendo di fidarsi di loro.
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